Dazi Auto: Donald Trump scuote i mercati, Europa sotto pressione!
- L'ÉPOQUE ITALIA
- Mar 27
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L'ÉPOQUE - I nuovi dazi del 25% imposti dall'amministrazione Trump negli Stati Uniti sulle auto importate scuotono il settore automobilistico e i mercati azionari, sollevando preoccupazioni tra i gruppi industriali europei riguardo a possibili shock nelle catene di approvvigionamento, aumenti dei prezzi e rischi per utili e occupazione.
27.03.2025 © L'ÉPOQUE ITALIA
Di Matteo Piras

Mercoledì, il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha annunciato una decisione che cambierà le carte in tavola: dazi del 25% su tutte le auto prodotte e assemblate all'estero, a partire dalla prossima settimana, seguiti da tariffe sui ricambi entro il 3 maggio 2025. Non è difficile immaginare l'impatto che questa mossa avrà sui mercati globali.
Trump ha giustificato la sua decisione citando la minaccia che le importazioni di automobili pongono alla sicurezza nazionale degli Stati Uniti. « Si ritiene che le importazioni di automobili e di alcune parti continuino a minacciare di compromettere la sicurezza nazionale degli Stati Uniti e ritengo necessario e appropriato imporre tariffe», ha dichiarato. Ma ci si chiede: quali saranno le conseguenze reali di questa scelta?
Le reazioni non sono tardate ad arrivare. I leader europei e gli operatori del settore hanno espresso il loro disappunto. « L'Ue deve ora dare una risposta ferma ai dazi», ha affermato Robert Habeck, ministro dell'Economia tedesco. « deve essere chiaro che non ci tireremo indietro di fronte agli Usa ».
Ma chi sono i costruttori europei più colpiti? Jaguar Land Rover, ad esempio, produce tutti i suoi modelli al di fuori degli Stati Uniti. E per marchi come Volkswagen, Mercedes-Benz e BMW, la percentuale di veicoli prodotti all'estero è rispettivamente dell'80%, 63% e 52%. Stellantis non è da meno, con un 45%. La VDA stima che le aziende tedesche impieghino circa 138.000 lavoratori negli Stati Uniti; un numero significativo che dimostra l'importanza del mercato americano per l'industria automobilistica europea.
Un recente sondaggio della VDA ha rivelato che l'86% delle case automobilistiche tedesche prevede di subire l'impatto delle nuove tariffe. Ma come si tradurrà questo in termini pratici? Le perturbazioni potrebbero minacciare la competitività globale dell'industria automobilistica.

L'Associazione europea dei costruttori di automobili (ACEA) ha avvertito che questi dazi arrivano in un momento cruciale per il settore, già impegnato in una transizione verso l'elettrificazione e la sostenibilità. « Le case automobilistiche europee investono negli Stati Uniti da decenni, creando posti di lavoro, favorendo la crescita economica delle comunità locali e generando un enorme gettito fiscale per il governo statunitense », ha sottolineato Sigrid de Vries, direttrice generale dell'ACEA. Ma sarà sufficiente questo per evitare una guerra commerciale?
Gli analisti di Wall Street hanno già iniziato a mettere in guardia: i prezzi delle auto potrebbero aumentare drasticamente per i consumatori statunitensi. Mark Delaney di Goldman Sachs prevede un incremento tra i 5.000 e i 15.000 dollari per le auto importate. E non solo! Anche i modelli assemblati negli Stati Uniti potrebbero subire aumenti significativi a causa dei costi dei componenti esteri.
E non dimentichiamo le ripercussioni sulle azioni delle case automobilistiche: giovedì scorso, i produttori europei hanno visto crollare i loro titoli in borsa, con Porsche AG che ha perso il 5,4%, seguita da Mercedes-Benz AG (-4,8%) e BMW AG (-3,7%). Ma perché tutto questo? Perché il mercato teme che le nuove tariffe possano danneggiare la domanda e ridurre i margini di profitto.
In un contesto così incerto, ci si chiede: quale sarà il futuro dell'industria automobilistica? Gli Stati Uniti e l'Unione Europea possono trovare un terreno comune prima che sia troppo tardi? La risposta a queste domande potrebbe determinare non solo il destino delle case automobilistiche ma anche quello di migliaia di posti di lavoro e della stabilità economica globale.